giovedì 4 aprile 2013

L'uso giornaliero, risorsa in chiave d'occupazione

Il cosiddetto "day use" si sta facendo largo anche in Italia e i clienti non sono più le coppie clandestine, ma uomini d'affari e frequent travellers che usano l'albergo come una seconda casa;
 
 
 
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. E anche la formula delle “camere a ore” non si sottrae a questa legge della natura. Antica quanto l’arte dell’ospitalità, accompagna da sempre il settore dell’hotellerie, in modo più o meno velato, con (relativamente) poche strutture dedicate e molti altri alberghi per cui rappresenta una fiorente ma poco pubblicizzata fonte di business. A porre fine al “si fa ma non si dice” sono stati tra i primi i francesi, in particolare David Lebée, che, forte della sua esperienza come manager all’Hotel Amour di Parigi, ha deciso di creare un portale dove vendere le camere non a giornata, ma a ore. È nato così il portale dayuse-hotels.com, oggi presente in numerosi Paesi e sbarcato l’estate scorsa anche in Italia .«Il nostro sito di prenotazione entra in gioco in un momento in cui il day use si libera da pregiudizi e da un velato senso di vergogna - spiega Lebée - e si rivela un servizio in sintonia con le esigenze di una generazione sempre in movimento, pragmatica e aperta a nuove esperienze».Ulteriore prova ne è lo sbarco in Europa dei cosiddetti “love hotel” che in alcuni Paesi, come Brasile, Argentina o Giappone, sono molto diffusi e rappresentano un’opportunità per vivere amore e sentimenti senza subire le pressioni familiari (soprattutto per i giovani). Nulla a che vedere con i nostri motel di periferia: i “love hotel” sono strutture che non si nascondono, che offrono ambientazioni a tema e diversi livelli di servizio. Gli esempi interessanti sono sparsi un po’ in tutta Europa: come La França e La Paloma a Barcellona, in Spagna, o come il Pelirocco a Brighton in Inghilterra. Ma molto più numerose sono le strutture ricettive tradizionali, che possono offrire una soluzione “giornaliera” che unisce romanticismo e discrezione. E, attenzione, non solo agli amanti o a chi è a caccia di avventure. Oggi, infatti, il day use va a intercettare le esigenze di un pubblico trasversale e molto eterogeneo: uomini d’affari che hanno bisogno di uno spazio tranquillo per lavorare o ospitare business meeting in occasione di eventi o fiere (come, ad esempio, le fashion week in giro per il mondo), viaggiatori che vogliono riposarsi tra uno scalo e l’altro, oppure “frequent traveller” che usano l’albergo come una seconda casa. Tutti target che non sottovalutano nemmeno l’appeal economico del day use che riserva al mercato tariffe interessanti e con sconti che possono arrivare fino al 70%. Ciò è una carta vincente anche per gli albergatori che, grazie al day use, possono mettere a regime il loro stock di camere e godere di una fonte supplementare di ricavi. Che, considerati i tempi, non è un’idea da scartare.

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