La Commissione ha appena pubblicato il documento di consultazione sulla nuova normativa: le osservazioni dovranno pervenire entro il 30 aprile.
L'Italia è il primo Paese europeo a dotarsi di una normativa in materia di ROSARIA AMATO
L'Italia è il primo Paese europeo a dotarsi di una normativa in materia di ROSARIA AMATO
L'Italia sarà il primo Paese europeo ad avere una normativa sul crowdfunding. La Consob ha infatti appena pubblicato il documento di consultazione sul nuovo regolamento, previsto dal "decreto crescita bis" (dl n.179 del 18 ottobre 2012), che ha l'obiettivo di favorire "l'accesso al pubblico risparmio da parte delle startup tramite portali on line": si tratta dell'equity crowdfunding. A differenza della versione "classica" del crowdfunding, che prevede il finanziamento di singoli progetti (concerti, dischi, film, documentari), invece l'equity crowdfunding mira a sostenere la nascita di nuove società, o l'ampliamento di quelle esistenti. Il legislatore ha preso in considerazione solo le startup innovative.
Le offerte effettuate tramite portali on line, spiega infatti la Consob, "possono avere ad oggetto soltanto la sottoscrizione di strumenti finanziari emessi dalle startup innovative e devono avere un corrispettivo totale inferiore a quello che comporta l'applicabilità delle norme sul prospetto (soglia pari a 5.000.000 di euro)".
Le offerte effettuate tramite portali on line, spiega infatti la Consob, "possono avere ad oggetto soltanto la sottoscrizione di strumenti finanziari emessi dalle startup innovative e devono avere un corrispettivo totale inferiore a quello che comporta l'applicabilità delle norme sul prospetto (soglia pari a 5.000.000 di euro)".
La proposta di regolamento intende, spiega ancora la Consob, da un lato agevolare l'attività dei gestori dei portali on line al fine di favorire la raccolta di capitali di rischio da parte delle startup innovative e, dall'altra, fissare dei paletti di sicurezza che garantiscano ai piccoli risparmiatori che aderiscano alle iniziative di crowdfunding un livello di tutela sostanzialmente equivalente a quello assicurato ai piccoli risparmiatori dagli intermediari autorizzati.
La nuova normativa dovrebbe dare un impulso ben più deciso all'equity crowdfunding, che ha già dato qualche soddisfazione alle prime piattaforme apparse sul mercato italiano: "Abbiamo quasi 1000 startup iscritte, 1500 investitori iscritti che hanno erogato dalla cifra minima prevista, 5000 euro, a un massimo di 150.000 — racconta Dario Giudici, ad di SiamoSoci, attiva da circa un anno — investimenti finora erogati per due milioni e mezzo di euro, che hanno permesso di finanziare il 15% dei progetti presentati".
Tuttavia finora SiamoSoci ha dovuto operare tenendo conto delle strettoie della legge italiana, e quindi i finanziamenti vengono erogati materialmente solo nel momento della costituzione della società, presso il notaio. Mentre la nuova normativa permetterà ai finanziatori di versare direttamente online.
"Quello del legislatore italiano è un passo molto innovativo in tema di crowdfunding, non esiste una legislazione di questo tipo in Europa. — sottolinea il consigliere della Camera di Commercio di Milano Alvise Biffi — Grazie alle nuove norme, sarà sempre più facile far incontrare potenziali investitori e aspiranti imprenditori. Fra l’altro il privato ha una prospettiva diversa dal fondo di venture capital, può finanziare un progetto che lo attrae per tante ragioni, non solo per avere un ritorno economico certo».
Tuttavia la legge “sviluppo” pone molti paletti: la startup deve essere innovativa, e questa caratteristica deve essere certificata da una serie di requisiti, tra i quali che la maggioranza delle azioni o delle quote sia detenuto da persone fisiche al momento della costituzione e per i successivi 24 mesi, le spese in ricerca e sviluppo debbano essere uguali al 20% del maggior valore tra costo e produzione, la società debba avere almeno un terzo dei dipendenti in possesso del dottorato di ricerca o di laurea e debba essere titolare di un brevetto industrial. Caratteristiche che fanno dire a Gianluca Vettori, presidente di DPixel (società di venture capital nel settore ICT), che certo la novità «potrà essere un volano per l’economia, e potrebbe risollevare l’economia italiana», a patto che però da questa fase pionieristica si passi all’estensione delle imprese finanziabili, così come è avvenuto negli Stati Uniti.
Tutti gli interessati potranno far pervenire le proprie osservazioni alla Consob entro il 30 aprile.
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