martedì 2 aprile 2013

Gli italiani rinunciano alle partenze

Pasqua, italiani in vacanza -14%: turismo come nel dopoguerra.


Nel giro di pochi mesi migliaia di alberghi rischiano la chiusura. L'allarme arriva dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, secondo il quale «è indispensabile che Governo, Parlamento e sindacati provino a ragionare con le imprese a un piano di emergenza per salvaguardare lavoratori e aziende del settore». Un grido di allarme in una Pasqua di passione per quanto riguarda l'industria del turismo. A causa della crisi gran parte degli italiani la passerà a casa. Soltanto 8,2 milioni (rispetto ai 9,5 mln del 2012) di connazionali, infatti, dormiranno almeno una notte fuori casa, facendo segnare un -14,1%.

CITTA' D'ARTE - Livelli, che secondo Federalberghi, rischiano di portare l'economia turistica ai livelli del dopoguerra. Tra coloro che si concederanno una vacanza, quasi l'88% resterà in Italia (rispetto al 90% del 2012), mentre il 12% (rispetto al 10% del 2012) andrà all'estero. Per chi resta in Italia sarà il mare la meta preferita (34% rispetto al 37% del 2012), seguita dalle località d'arte che toccheranno il 25,5% (21% nel 2012). In leggera decrescita la montagna al 23% (rispetto al 24% del 2012). Per chi invece opterà per l'estero, spiccano le Capitali europee con il 53,4% dei consensi (rispetto al 65% del 2012), seguite dalle località di mare con il 20% (rispetto al 21% del 2012).
 
SOLUZIONE PARENTI - La casa di parenti o amici con il 28,1% sarà la struttura ricettiva maggiormente preferita dai vacanzieri, seguita dall'albergo che accoglierà il 27,6% delle preferenze e dalla casa di proprietà al 15,6%. Un incremento significativo ci sarà nei B&B col 6,1% (rispetto al 2% del 2012). La spesa media pro-capite si attesterà sui 317 euro rispetto ai 329 del 2012. «I dati previsionali di Pasqua - osserva Bocca - sono l'ennesima conferma di come l'Italia stia vivendo una crisi epocale. Per Pasqua il decremento del 17% del giro d'affari, costituisce una percentuale senza precedenti per una ricorrenza tanto importante per un Paese cattolico».
 
 
 
PIANO D'EMERGENZA - Da qui la richiesta di Bocca «perché Governo, Parlamento e sindacati provino a ragionare con le imprese a un piano di emergenza per salvaguardare i lavoratori e le aziende del settore se non vogliamo che nel giro di pochi mesi alcune migliaia di alberghi e centomila dipendenti cessino la propria attività, privando l'economia nazionale di una delle poche attività in grado da sola di condizionare lo sviluppo del Paese».
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.